Hakkinen ci mette un bel po’ a ritrovare lo smalto. Ha la McLaren solidale dalla sua parte, che gli dà tutto il tempo necessario. Ma il Mondiale ’96 non gli regala più di quattro terzi posti, tutto concentrati dall’estate in poi e testimonianza anche del progresso tecnico della monoposto. Poi dal 1997 l’epoca d’oro del pilota può prendere ufficialmente il via.
Mika non solo non è meno veloce di Coulthard, ma di base gli sta davanti dall’estate in poi. Vince per la prima volta a Jerez de la Frontera, ultima gara annuale, e il fatto che il successo arrivi perché Jacques Villeneuve gli lascia strada (opportunamente istruito dal muretto Williams: ringraziamento per una precedente gentilezza di questo tipo) non offusca questa prima assoluta. ‘Prima’ che in un certo senso gli mette le ali.
Il titolo iridato 1998 arriva sull’onda di una superiorità complessiva della Mercedes, e Coulthard non fa meglio del terzo posto con poco più della metà dei suoi punti. Nel ’99 il divario si allarga: Mika soffia il titolo a Irvine con la Ferrari grazie a un colpo di reni nell’ultimo GP, in Giappone, e il suo compagno non va oltre il quarto posto in campionato, sopravanzato anche da Frentzen con la Jordan.