La magia di Vatanen | Pirelli

La magia di Vatanen

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MADE IN FINLAND

Nessun pilota viene mai definito solamente per il numero di trofei che vince, e finora l'impatto di Ari Vatanen nel rally è stato di gran lunga superiore alle sue 10 vittorie nel campionato mondiale di Rally o al titolo che si è conquistato.

Quel campionato lo ha vinto nel 1981 come partecipante senza sponsor, alla guida di una Ford Escort gestita da David Sutton Motorsport nei suoi iconici colori Rothmans. La chiave per il successo (dopo le vincite in Grecia e in Brasile) è stata la vittoria inaugurale di Vatanen nel suo rally domestico, il 1000 Lakes, davanti ai compagni dalle ali ai piedi Finns Markku e Hannu Mikkola.

"La Finlandia è il Paese del rally che da sempre uno desidera vincere, ed è quella la ragione per la quale è un evento che coinvolge l'intero Paese", afferma Vatanen. "Inoltre, è molto veloce e devi essere estremamente preciso; per un pilota si tratta quindi di uno dei maggiori banchi di prova. Sono estremamente orgoglioso di quanto ho ottenuto in Finlandia, ma credo proprio che oggigiorno sia molto più dura per le nuove leve. A dirla tutta, credo che al giorno d'oggi non sarei in grado di ottenere tutto quanto ho ottenuto. La pressione sui giovani è enorme ed è ancora più difficile arrivare ai massimi livelli. Non che fosse facile ai miei tempi, ma c'era molto supporto e lo sport era più accessibile. Credo ancora che sia un miracolo che noi finlandesi abbiamo potuto avere così tanto successo nel rally: siamo un Paese piccolo con così tanti piloti, e non solo nel rally. Non c'è un grande aiuto da parte del governo, che appena ci tollera, ma abbiamo tantissimo supporto dalle persone normali".

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DA TUUPOVAARA AL MONDO

Questo è il tipo Vatanen: con lo sguardo sempre in avanti, un uomo fatto per la gente, un realista pragmatico senza grilli per la testa né alla ricerca di vanagloria. È cresciuto a Tuupovaara, cittadina nella regione orientale della Finlandia, in corrispondenza del confine con la Russia. La vita lì non è facile, ma è comunque un bellissimo idillio che, durante i mesi invernali, si trasforma in un paesaggio totalmente ghiacciato. Probabilmente è questo il motivo per cui Vatanen ha deciso di costruire proprio lì una casa tutta nuova, in stile moderno, per godere al massimo di queste viste spettacolari. Con i suoi 69 anni, il figlio più famoso di Tuupovaara è ancora entusiasta come un bambino. "Trascorro gran parte del mio tempo nel sud della Francia, ma la tua casa è sempre la tua casa ed è questo il motivo per cui il Rally in Finlandia ha un grande significato per me. Ho tantissimi ricordi, uno più bello dell'altro, anche se ovviamente è cambiato molto".

Si stima che circa il 20% della popolazione finlandese segua il rally in un qualche modo, ma Vatanen ritiene che lo sport era ancora più presente nella cultura finlandese del passato, motivo per cui lo considera una chiave del suo successo.

"Ai miei tempi, incontravamo tantissime persone per strada: facevamo tappe nelle varie case per innumerevoli tazze di caffè, davamo passaggi alle persone durante le prove e le ricognizioni", ricorda. "In particolare, le scuole elementari: Mi ricordo che una volta ci siamo fermati davanti a una scuola e fatto fare un giro a ogni bambino nell'auto da rally! All'epoca provavamo molto e dovevamo dedicare tanto tempo al rally. Ancora oggi, le persone mi incontrano e mi ripetono in continuazione: "Mi ricordo che ti sei servito davanti a casa mia una volta ed è stato bellissimo. I piloti moderni non hanno più questo contatto ed è davvero un peccato!".

TRIONFI E DISPERAZIONE

Vatanen ha nuovamente vinto in Finlandia nel 1984, battendo ancora una volta Alen e guadagnandosi la prima vittoria con la nuova Peugeot 205 T16, che sarebbe diventato un vero e proprio benchmark nell'era sbalorditiva del Gruppo B. Per Vatanen, il 1985 è iniziato con il famoso trionfo al Rallye Monte-Carlo, in cui ha superato una penalizzazione temporale di otto minuti per sconfiggere Walter Rohrl, alla guida dell'Audi. Ma, nonostante la presenza del suo compagno di avventure Timo Salonen nel campionato, ha premuto troppo forte e ha avuto un terribile scontro in Argentina, riportando emorragie interne che lo ho hanno tenuto appeso tra la vita e la morte, oltre a gravi lesioni alle gambe. Gli effetti dello scontro sulla sua salute mentale sono andati ben oltre il suo recupero fisico, in quanto è sprofondato in una grave depressione. "Nessuno supererebbe un impatto come quello che ho avuto in Argentina", racconta. "Puoi apparire in buona salute fisica, ma chi può dirti che dentro stai veramente bene? Ancora l'estate successiva, ero costretto a prendere il Valium ogni giorno. Di tanto in tanto ho pensato: "Ok, non sto morendo". Per gran parte del tempo, pensavo invece di morire e che i dottori stessero cospirando alle mie spalle. Poi mi sentivo meglio, ma ripiombavo nel baratro, travolto da paure surreali. Le persone devono parlare di più della loro salute mentale, ne sono fermamente convinto".

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QUANDO LA VITA IMITA L'ARTE

Alla fine, Vatanen si è ripreso e ha proseguito con la sua carriera fino al 1993, regalando all'icona Subaru Impreza il debutto nel Rally finlandese di quell'anno. Come molti altri grandi campioni finlandesi, si è presentato per un evento di addio a casa sua nel 2003, finendo solo fuori dalla top 10, alla guida di una Peugeot 206 WRC. Aveva 51 anni.

A quel punto, era già impegnato come membro del Parlamento Europeo, pur continuando a gareggiare per svariati anni al rally di Dakar, che in passato aveva vinto tre volte con la Peugeout, e una volta con la CItroen.

Oltre a pilota di rally, Vatanen si dedica alla filosofia. Seduto nel deserto vicino alla Mauritania, una volta ha commentato come è la vita nel deserto. Ognuno di noi è come un granello di sabbia, affermava, perso in un panorama così grande che non riusciamo a comprenderlo bene. In tal senso, il rally apre i tuoi orizzonti molto più di qualsiasi altro motorsport: vedi persone, luoghi, culture e panorami che non avresti mai visto in altro modo. Ha avuto un profondo effetto su quel ragazzino proveniente da Tuupovaara, il cui padre era morto in uno scontro tra auto, quando Ari aveva solo otto anni. Era seduto dietro, in quella macchina, ma ne era uscito illeso.

"Naturalmente, il rally è in certo modo egoista ma, d'altro canto, è il modo in cui la vita ti chiama", afferma. "Non ho rimpianti di nessun tipo, no! Anche se probabilmente avrei dovuto frenare prima in Argentina...".

Il sale della terra

Un altro fiore all'occhiello è stato il record di Vatanen ottenuto nella hillclimb Pikes Peak del 1988, immortalato nel film Climb Dance. Sterzando con una sola mano, come era solito fare, mentre con l'altra riparava gli occhi dal sole al tramonto, l'immagine di Vatanen di quell'evento è passata alla storia. E sintetizza perfettamente la sua filosofia sempre al limite, in una frase che è un distillato di ciò tutto ciò che è il carisma di Vatanen. "La vita senza una strada laterale è monotona", conclude. "Tutti abbiamo bisogno di un pizzico di sale nella vita e, per un pilota di rally, la ghiaia è proprio questo".