Mercoledì 24 giugno cadrebbe il 109° compleanno di Juan Manuel Fangio. Sarebbe il centenario più vincente di sempre nella storia delle corse a motore, cinque volte campione del mondo F1 negli Anni Cinquanta. Ma soprattutto è il terzo uomo più vittorioso di sempre in Formula 1 e questo è un dato clamoroso perché gli unici che finora l’hanno battuto in materia di titoli iridati (Michael Schumacher con sette titoli e Lewis Hamilton con sei) vi sono riusciti in tempi moderni segnati da serie vincenti a prova di bomba, frutto di cicli tecnici perfetti figli di programmazioni tecniche millimetriche nonché di budget stellari.
E dato che nello sport sono gli albi d’oro a decretare le graduatorie a cavallo del cambiare dei tempi, riassumiamo una volta per tutte i numeri che fanno di Fangio un campione scolpito nell’eternità: 24 GP iridati vinti sui 51 a cui ha partecipato ne fanno il numero uno assoluto, con la percentuale di quasi una vittoria ogni due gare disputate. Un rapporto che fa impallidire Hamilton (84 successi in 250 GP, cioè uno ogni tre gare), Schumacher (91 successi su 307 Gp), Stewart (27 su 99, poco più di una vittoria ogni quattro gare) e anche il mitico Senna con i suoi 41 trionfi in 161 GP disputati, ovvero uno su quattro.
Basta? No: non basta. Perché i 51 GP iridati corsi da Fangio hanno prodotto un totale di 35 arrivi sul podio, ovvero quasi il 70 per cento; e 29 pole position, 48 partenze in totale dalla prima fila dello schieramento, cioè sempre eccetto in tre occasioni. Numeri che simboleggiano qualcosa di strepitoso.