Gran Premio del Bahrein: ovviare al problema | Pirelli

Gran Premio del Bahrein: ovviare al problema

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La realizzazione del calendario con le 17 gare di Formula 1 per il 2020 ha richiesto una buona dose di pensiero creativo. Sono stati visitati circuiti nuovi e circuiti già utilizzati in passato, come quelli del Mugello, di Imola e di Portimao, e si sono svolte gare back-to-back nello stesso luogo, come nel caso di Spielberg, Silverstone e Bahrein.

Nonostante ciò, il doppio evento del Bahrein riserverà qualche novità. Saranno infatti utilizzati due diversi tracciati nei due diversi weekend, che promettono perciò due gare assolutamente differenti.

Il Gran Premio del Bahrein si svolgerà sul consueto circuito di 5,4 km, che i tifosi di Formula 1 conoscono già bene poiché qui si sono già svolte tutte le gare, ad eccezione di quella del 2010, quando fu utilizzato un tracciato leggermente più lungo.

Il Gran Premio di Sakhir viene disputato la settimana successiva e si svolge nel circuito esterno, più breve, ed esso rappresenta una novità entusiasmante. Esso è stato da molti paragonato ad un circuito ovale, anche dal famoso ingegnere Ross Brawn, che, in virtù del ruolo ricoperto nella Formula 1, per primo ha suggerito di utilizzarlo. A onor del vero, il circuito non è affatto ovale. Prima di tutto, esso presenta curve sia a sinistra che a destra, per un totale di 11 svolte. È comunque un circuito breve: con i suoi 3,5 chilometri, è più lungo solamente del circuito di Monaco, ma di soli 0,2 chilometri.

In termini di tempo sul giro, esso dovrebbe detenere il record del tempo minore, che è indicativamente inferiore a 60 secondi. Per quel che riguarda la natura del circuito, molti sperano che lo stile della gara sia simile a quanto potrebbe essere visto su un tipico circuito ovale americano. Veloce, frenetico e caotico, con slipstreaming, tattica e numerosi cambi di approccio, in altre parole.

 

Lungo il bordo

 

Che cosa è esattamente il circuito esterno del Bahrein? Esso utilizza lo stesso rettilineo dei box e le stesse difficili curve aperte, come il layout originale, ma dopo la quarta curva si svolta a sinistra, anziché a destra, evitando così l'interno tecnico del circuito per percorrere una serie di curve più rapide. Dopodiché la pista si ricongiunge al circuito regolare, a quella che sarebbe la curva 13, per arrivare al lungo rettilineo che precede la svolta finale.

Con i tre lunghi rettilinei conservati per questo tracciato alternativo, la gara è destinata a disputarsi ad altissima velocità. È probabile che l'effetto slipstream svolga un ruolo fondamentale nella qualifica e nelle gare, e le vetture saranno presumibilmente guidate con un basso assetto aerodinamico al fine di massimizzare la velocità sui rettilinei.

Da questo punto di vista, il circuito esterno del Bahrein potrebbe essere paragonato a quello di Monza. Il ‘Tempio della velocità' fu in realtà utilizzato per il suo tracciato ovale (sopraelevato), ancora parzialmente in uso oggi. Esso era utilizzato con il circuito cittadino, più regolare, all'interno del parco, per dare vita a una pista di 10 chilometri utilizzata per diverse edizioni del Gran Premio d'Italia negli anni '50 e primi anni '60. Per questo motivo non vi è nulla di assolutamente nuovo in una gara di Formula 1 disputata su un tracciato ovale.

Tuttavia, anche in assenza dell'anello ovale, il moderno circuito di Monza rimane un circuito caratterizzato da elevate velocità e lunghi rettilinei, seppure intervallato da diverse e strette chicane. In maniera simile, le curve del circuito esterno del Bahrein dovrebbero offrire la possibilità di potere sorpassare nei lunghi rettilinei, anche se questi non sono nulla a confronto del Circuito AVUS di Berlino, dove si è svolto il Gran Premio di Germania nel 1959. Il Circuito ovale di AVUS è estremamente semplice, composto da un'unica lunga sezione con doppia carreggiata, con un tornante ad una estremità ed una curva ripida ed inclinata all'altra.

 

Guardando verso gli Stati Uniti

 

L'unico circuito realmente ovale del calendario della Formula 1 è anche il circuito ovale più famoso del mondo: Indianapolis. Prima che la Formula 1 prendesse piede con il Gran Premio degli Stati Uniti nel 21° secolo, Indy 500 ha sempre fatto parte del calendario mondiale tra il 1950 e il 1960.

Si trattava di un evento di interesse prettamente americano in quel periodo, anche se la Ferrari vi prese parte con Alberto Ascari nel 1952. Fu solamente negli anni successivi che i team ed i piloti europei del calibro di Lotus e Jim Clark parteciparono e fecero loro le esigenze delle gare disputate su un circuito ovale inclinato.

Al confronto, il circuito ‘quasi ovale' del Bahrein sarà molto più simile ad un regolare circuito da Gran Premio, con sezioni che richiedono frenature importanti. Esso può però ancora cambiare ed offrire azioni avvincenti. Come ha dichiarato il responsabile del team AlphaTauri, Franz Tost: “Sarà forse un po' caotico, ma sicuramente piacevole. E nella gara vedremo cosa succederà nei sorpassi, perchè le vetture sono molto vicine tra loro. Vedremo perciò la bravura delle vetture migliori e quante volte si sorpasseranno vicendevolmente!”