2. Tornando a quel Mondiale corto e soltanto estivo di 70 anni fa, allora il Circus non c’era ancora. C’era un manipolo di appassionati, taluni (i piloti) coraggiosi fino all’eroismo, e un piccolo gruppo di marchi industriali desiderosi prima di tutto di sfidare la velocità, le leggi della dinamica e il rischio e stabilire quindi chi fosse il più bravo, il più proiettato in avanti in un tempo da poco uscito dalla Seconda Guerra Mondiale e lanciato a duecento all’ora verso il Progresso con la P maiuscola. Oggi, problematiche Covid a parte, stiamo ragionando su stagioni da 21-22 gare. Il digiuno fra Abu Dhabi 2019 e Austria 2020 era imprevedibile e potrebbe alterare gli equilibri umani e tecnici ai quali siamo abituati. Ormai la F1 è una lunga catena di montaggio spalmata su più stagioni. Si deve programmare non soltanto per l’anno in corso, ma per il successivo, e possibilmente per due anni dopo. Tutto questo schema è saltato, fino a motivare lo slittamento del nuovo regolamento tecnico dal 2021 al 2022. E con esso, anche il passaggio dai pneumatici 13 pollici a quelli d 18. Non sarà banale la riprova sul campo di chi meglio ha saputo riconvertire le proprie forze tecniche.