Quest’anno la Mercedes è iridata da metà novembre a Imola e Hamilton dal GP di Turchia. Ad Abu Dhabi potrà tuttalpiù festeggiare il suo ritorno in gara se guarito da quel Covid-19 che l’ha colpito appena dopo l’undicesima vittoria stagionale, il 29 novembre in Bahrein, costringendolo però a disertare causa isolamento medico la gara della domenica dopo sullo stesso circuito.
A Yas Marina, quindi, resterà il divertimento per una delle gare più spettacolari del campionato, su un circuito fra i più scenografici di sempre, certamente il più moderno. Negli Emirati, infatti, la passione per la Formula 1 tiene banco. Fra i miti locali ce n’è anche uno che si vede dalla media stratosfera: il gigantesco tendone rosso di Ferrari World, il più grande parco divertimenti a tema motoristico mai realizzato. L’immensa struttura marchiata con il Cavallino, sotto la quale la storia e il fascino Ferrari parlano una lingua assolutamente internazionale e capace di attirare centinaia di migliaia di appassionati da ogni latitudine, fu il primo passo concreto con il quale gli stati arabi si avvicinarono prima alle Rosse e quindi al mondo dei Gran Premi.
Ferrari World e la sua montagna russa più veloce del pianeta erano una realtà oltre dieci anni fa nel territorio di Abu Dhabi. E dire che a quei tempi di F1 in arrivo nel Golfo si parlava in termini diversi. Nel 2006, infatti, sembrava che il GP fosse pronto per sbarcare a Dubai. Accordo a lungo termine, mega-investimento all’orizzonte. Ma qualcosa andò storto. Mancava soltanto la firma ufficiale quando un giorno Bernie Ecclestone (l’ex padre-padrone dei Gran Premi iridati) arrivò proprio per concretizzare l’operazione, ma lo sceicco di Dubai non lo ricevette.
E non per motivazioni contrattuali, o economiche: si era infortunato il suo cavallo da corsa preferito, e quell’emergenza prese il sopravvento. Morale: Dubai non ebbe la Formula 1 alla quale era ormai vicinissima e sul business ormai quasi impacchettato si precipitò, appunto, Abu Dhabi. Che guarda caso aveva già pronto il progetto per un circuito innovativo, costruito su un’isola artificiale che oggi è un giardino fiorito, nonostante sia stata strappata al deserto circostante.