Ma ancora prima che assi del calibro di Michael Schumacher e Fernando Alonso affrontassero per la prima volta la curva 8, la Turchia aveva già messo alla prova alcuni dei migliori piloti del mondo.
Due anni prima, nel 2003, il paese ospitò per la prima volta una prova del Campionato del mondo di rally. E il bello del rally è che non è necessario costruire un nuovo circuito avveniristico e nemmeno stendere un solo grammo di asfalto.
Il primo Rally di Turchia si svolse su piste di sterrato roccioso intorno a Kemer vicino ad Antalya, e il fondo difficile prese alla sprovvista diversi piloti di spicco. Ci volle tutta l’esperienza di Carlos Sainz (il padre del pilota di Formula 1 Carlos Jr.) per aggirare le rocce e rivendicare quella che all’epoca costituì la sua 25esima vittoria in carriera che lo portò a eguagliare il record esistente.
Nel 2010, la tappa turca del WRC si svolse molto più vicino a Istanbul, con Sebastien Loeb che ottenne la vittoria con pneumatici Pirelli. Poi la tappa sparì del tutto dal calendario. Vi ricomparve nel 2018, stavolta nella riviera turca, nella famosa località turistica di Marmaris. Tuttavia, per i piloti WRC non si trattò affatto di una vacanza.
Le difficili condizioni offrirono al WRC qualcosa che mancava da un po’ di tempo: un vero rally “sfascia auto” in cui l’affidabilità si dimostrò importante quanto le prestazioni assolute. L’evento di quest’anno è stato vinto dall’attuale leader del campionato: Elfyn Evans.
L’ex Pirelli Star Driver, che ora gareggia nel team Toyota, è riuscito a evitare i problemi, aggiudicandosi la terza vittoria della sua carriera a settembre. Riuscirà a tenere duro e conquistare il primo titolo della sua carriera nella prossima, e ultima, tappa del WRC a Monza?