Dal più stretto al più veloce (o meglio entrambi) | Pirelli

Dal più stretto al più veloce (o meglio entrambi)

Dal più stretto al più veloce (o meglio entrambi) 01
Dal più stretto al più veloce (o meglio entrambi) 01

Il circuito più veloce: Monza
Il giro di Juan Pablo Montoya in 1m19.525s durante la prima parte delle qualifiche del GP d'Italia 2004 è il più veloce mai registrato in Formula 1, con una media incredibile di 262,242 kmh. Il layout a Monza è unico nella moderna, con lunghi rettilinei separati da chicane che portano a velocità incredibili. I piloti passano circa il 75% del tempo sul giro a tutta velocità. L'enfasi sulla velocità in rettilineo è talmente importante che i team girano con macchine in configurazione da basso carico, riducendo la deportanza e aumentando ulteriormente le velocità massime. Ecco perché è chiamato il Tempio della Velocità. 

Il circuito più lento: Monaco
State a bordo pista durante il weekend del GP di Monaco e probabilmente la parola che vi balzerà alla mente è “lento” mentre vedrete i piloti guidare le loro macchine attraverso le strade strette il più velocemente possibile senza toccare le barriere. Ma senza rettilinei o curvoni veloci, a Monaco le moderne monoposto di F1 sono molto distanti dal loro vero potenziale, anche se i piloti lavorano duramente come in qualunque altro posto. Il tornante del Loews è la curva più lenta nel calendario della F1: è così stretta che i team modificano sospensioni e sterzo per affrontarla. 

Il circuito più lungo: Spa-Francorchamps
La sede del GP del Belgio è la pista più lunga nel calendario attuale della F1, con oltre 7 chilometri. Incredibilmente però, un tempo era lunga più del doppio, con la pista originaria che misurava quasi 15 chilometri su strade pubbliche. Nel 1979 fu accorciata, con la discesa da Les Combes in fondo al lungo rettilineo di Kemmel a Stavelot. La lunghezza del giro, assieme alla sua collocazione nelle Ardenne, gioca un ruolo cruciale in uno dei fattori chiave di Spa: il meteo variabile. È risaputo che spesso piove da una parte del circuito e su un'altra c'è il sole. 

Il circuito più vicino ai fans: Austin
Se volete un ambiente perfetto per i tifosi, niente di meglio degli Stati Uniti. Gli americani sono imbattibili quando si tratta di far sentire a casa la gente e usano tutti i mezzi immaginabili, da un toro meccanico ai tacos Tex-Mex le cui dimensioni superano ogni descrizione. Dato che gli USA sono relativamente nuovi in F1, tutto è organizzato perché lo lo sport sia facile, divertente e intuitivo da seguire per i fans – con un'area del merchandise che sembra un centro commerciale. Grazie a un'atmosfera maestosa (che include persino il leggendario annunciatore della boxe Michael Buffer) e molte cose da fare, Austin è una destinazione brillante per gli appassionati. 

Il circuito più difficile: Suzuka
In passato, Spa è stato frequentemente descritto dai piloti come il circuito più difficile, ma oggi spesso è Suzuka a vincere il premio in questa speciale categoria. A differenza di Spa, il tracciato giapponese non ha molte vie di fuga, ma la sua natura veloce, tortuosa e ondulatoria lo rende davvero insidioso. Il curvone a sinistra 130R vicino alla fine del giro è la curva più veloce, ma sono le molto più lente Degner che spesso traggono in inganno i piloti, con molte macchine che vanno larghe nella ghiaia all'esterno.

Il circuito più facile: Red Bull Ring
È difficile scegliere un circuito che possa essere definito “facile”, ma per semplicità pura è difficile battere il Red Bull Ring. Il più lungo Osterreichring sullo stesso luogo nelle montagne della Stiria era un tracciato veloce e pericoloso, ma la sua incarnazione moderna è più addomesticabile, con solo 7 curve. Questo lo rende facile da imparare, anche se le notevoli ondulazioni e alcune grandi vie di fuga in ghiaia offrono almeno qualche sfida.

Il circuito più d'atmosfera: Silverstone
Ci sono molti circuiti intrisi di storia e tradizione, ma forse nessuno più di quello dove tutto ebbe inizio: Silverstone. La pista britannica ospitò il primo gran premio valevole per il campionato del mondo nel 1950, vinto da Giuseppe Farina su Alfa Romeo, in quello che allora era un campo d'aviazione post-bellico irregolare e contrassegnato da balle di fieno. E, se da allora la pista è cambiata fino a renderla irriconoscibile, i fantasmi del passato restano ancora, gettando i semi di una cultura che da allora ha reso la Gran Bretagna il cuore della Formula 1.

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Il circuito più nuovo: Baku
La capitale dell'Azerbaijan è rapidamente diventata un appuntamento fisso grazie a un design unico tra i circuiti di F1. Con un settore stretto attraverso la città vecchia e un rettilineo estremamente lungo (il secondo giro più lungo dell'anno, dopo Spa), è una sfida epica per i piloti e ha anche regalato gare emozionanti. Per questo, il circuito più nuovo della F1 mantiene una piacevole atmosfera vecchio stile.